Antefatto. Anno 1280

A causa delle simpatie mostrate dalla Repubblica genovese nei confronti degli inglesi, il Papa ha deciso di far partire "cum summa beneditionis" una spedizione militare nei territori della insofferente repubblica per dare una lezioni a questi mercanti e marinai e riportarli all' obbedienza nei confronti del rappresentante della vera fede.

Il pontefice ha dato il comando di questa potente spedizione al suo fidato Vescovo Luchino de Massamutis accompagnato dal comandante nobile Tommasino da Morlupo. A queste forze si è aggiunto un temibile mercenario rumeno, tale Dariul Olves con il suo sanguinario seguito in cerca del perdono papale per le stragi e le crudelta commesse. Infine per maggior sicurezza di vittoria il Papa ha chiesto anche aiuto ad un condottiero abruzzese, l'abile Corradino da Tagliacozzo che andrebbe ad ingrossare le fila papaline.

Nel frattempo i genovesi non sono stati certo inerti ad aspettare. Pronti alla risposta i genovesi hanno mobilitato un potente esercito al cui comando hanno posto il prode Lucozzo da Marinello supportato dal capitano delle corporazioni Andreino Zescovio al comando delle milizie cittadine. A questi valorosi condottieri e uomini d'arme e sentito odor di bottino si sono aggiunti soldati dell'alleato aragonese al comando di un hidalgo di nobile stirpe, Don Juan de Zavalesqua. Basteranno questi armati per fermare gli odiati pontifici: chissà?

Per sicurezza, ed essendo gente pratica e scevra da pregiudizi, i genovesi si sono premuniti di assicurrarsi i servigi di un pericoloso pirata e mercenario saraceno ...tale Valtar'a Brugezif detto "il questionante".

E' la sera del 24 luglio 1280 quando i pontifici entrano in Liguria e pongono il campo nei pressi del paese di Castel Funasca, noto sopratutto per la presenza nei pressi di un'importante abbazia benedettina.
Ma i genovesi si sono mossi in anticipo e pongono il proprio campo dietro il paese, minacciando cosi l'abbazia e preparandosi allo scontro.

Per il Pontefice la misura e colma! L'abbazia è in pericolo, minacciata da un esercito nelle cui fila milita un miscredente!

All' alba del 25 luglio gli eserciti si dispongono per la battaglia:

LO SCHIERAMENTO.

Il vescovo Massamutis decide di schierare la sua battaglia con le migliori truppe pontificie al centro (cronache del tempo riportano che il vescovo benchè sofferente per una recente caduta da cavallo, non esita a porsi personalmente alla guida dei propri soldati). Alla sua destra fà invece dispiegare gli alleati Rumeni al comando del "Flaggello dei Carpazi" il principe Dariul assetato di sangue e bottino. A quest' ultimo il vescovo affida il compito di attaccare la collina che ospita l'abbazia benedettina. Per supportarlo in questa azione schiera all'estrema destra, oltre il fiumiciattolo che scorre al fianco della collina, il prode Corradino da Tagliacozzo con il suo contigente di marchigiani e abruzzesi.

Sulla sinistra invece il vescovo fà schierare Tommasino da Morlupo con le sue leve feudali e la cavalleria, con il compito di attaccare il paese e occuparlo in nome del Papa.

Dall'altra parte i Genovesi si schierano con sagacia preparandosi alla difesa. Sulla sinistra Lucozzo da Marinello schiera le fanterie genovesi ponendole sulla collina a difesa dell'abbazia, in seconda linea protette dagli scudi dei fanti le cavallerie comunali fungono da riserva. Al centro, nella piccola valle che separa la collina dell'abbazia da quella del paese si dispongono gli alleati aragonesi a far da cerniera con le truppe mercenarie saracene di Valtar a cui viene affidata la difesa del paese stesso.

LA BATTAGLIA

I pontifici cominciano ad avanzare sebbene in maniera leggermente disordinata, a causa sia della natura del terreno che di qualche incertezza dei comandanti, sopratutto di Tommasino da Morlupo che non riesce a controllare al meglio le s e truppe e ritarda notevolmente la sua azione.

Il "travaglio della Moldavia" ovvero il principe Dariul quasi immediatamente lancia le sue cavallerie leggere a bersagliare con gli archi il nemico, ma esse scelgono male il proprio bersaglio e vanno ad irritare gli arcieri baschi di Don Juan che prontamente rispondono con una salva di dardi tale da abbatterne molti e mettere in fuga i superstiti.
Intanto i cavalieri nobili pontifici del vescovo Massamutis si avvicinano rapidamente al centro dello schieramento nemico e subito ingaggiano battaglia con le cavallerie Aragonesi. La mischia si fa cruenta e durissima e lo stesso Don Juan, irruento e coraggioso come sempre, vi si getta in prima persona.

All'estrema destra pontificia Corradino avanza con molta cautela e lentezza verso le leve contadine inquadrate nella fanteria genovese, mentre all' altro estremo dello schieramento, Tommasino si dimostra ancora più inconcludente perdendo addirittura il contatto con le proprie cavallerie la cui carica non riesce ad organizzare.
Dopo una dura lotta i cavalieri pontifici vengono respinti da quelli Aragonesi (non senza perdite) i quali in preda all'ordalia si gettano all' inseguimento. Le cavallerie comunali genovesi a quel punto decidono di lasciare la protezione offerta dai fanti e di scendere in battaglia.

Intanto sull' ala destra pontificia Corradino avanza sempre molto lentamente, mentre sull'ala destra genovese i fanti saraceni di Valtar, avvistata la cavalleria di Tommasino, si dispongono a quadrato in attesa della carica. Ma il Tommasino non riesce a controllare le sue cavallerie e in conseguenza la carica non parte. A questo punto in preda all'ira nei confronti dei suoi cavalieri decide di far avanzare verso il paese le leve feudali e le scarse milizie armate di balestra di cui dispone.

Al centro la battaglia continua sempre più ferocemente. Le cavallerie Aragonesi mettono in fuga i balestrieri veneziani e sulla velocita ormai acquisita riescono ad attaccare il fianco dei fanti pontifici armati di lancia facendone strage. I cavalieri genovesi, dopo aver mancato una prima carica contro i sergenti pontifici (grazie anche ad un abile manovra di ripiegamento di quest'ultimi), riescono ad entrare in mischia nel centro dello schieramento pontificio. Un gruppo di quest'ultime infine attaccano con coraggio i cavalieri Rumeni della "piaga della Transilvania" (il principe Dariul) proprio mentre i cavalieri leggeri di quest' ultimo per proteggere il fianco esposto del loro comandante si beccano da fermi una carica della cavalleria scelta di Lucozzo da Marinello.

Sulle ali le cose continuano con molta piu calma. Corradino si porta lentissimamente sotto la collina del convento...ma arrivato qui si limita a lanciare qualche svogliata freccia verso le leve contadine a cui risponde qualche ancora piu distratta freccia dei balestrieri genovesi.

Intanto Tommasino cerca di far avanzare verso il paese le sue leve feudali, che ahimè per ben due volte vengono respinte da ben indirizzate scariche di frecce degli arcieri saraceni.
I balestrieri in ordine aperto di Tommasino scagliano qualche quadrello sul quadrato dei lancieri saraceni...senza provocare grossi danni trovandosi cosi ben presto a corto di munizioni. Le cavallerie del Tommasino continuano a star ferme in attesa di ordini ben contente di guardare da lontano i saraceni.

Al centro invece lo scontro è violento, il Vescovo Massamutis impegnandosi in prima persona, riesce ad attaccare alle spalle la cavalleria Aragonese facendone strage. I sergenti a cavallo pontifici dopo una dura lotta vengono respinti anche grazie all' arrivo sul loro fianco dei cavalieri di Lucozzo di Marinello paghi del massacro compiuto sui cavalieri leggeri rumeni. La cavalleria pesante rumena riesce a respingere i cavalieri comunali genovesi, ma a causa delle perdite subite ha un subitaneo tracollo del morale che la scompagina e la porta alla fuga.

Il vescovo Massamutis capisce che il tentativo di sfondare lo schieramento nemico, o di prendere almeno uno dei due obiettivi è ormai fallito. La sua stessa persona è ormai in pericolo trovandosi completamente isolato dalle sue truppe (la maggiorparte delle quali ormai in fuga) e quindi decide per una precipitosa ritirata.

Per questa volta la libera repubblica di Genova non dovra sottomettersi alle richieste pontificie.

Il terreno dello scontro e gli schieramenti iniziali

Ordini di battaglia

 


Genovesi

Lucozzo da Marinello
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Cavalieri Familia

(3basi; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Cavalleria comunale
(8basi; HC; warrior; trained; Lancia\scudo)

Andreino Zescovio
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Guardie del corpo di Zescovio
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia \scudo)
Fanteria delle corporazioni
(12basi; LAI; warrior; trained; Spear\scudo)
Balestrieri genovesi
(6basi; LAI; warrior; trained; Balestra\scudo)
Leve contadine
(12basi; UI; poor; irregular; Varie\scudo)

Alleati Aragonesi
Don Juan de Zavalesqua

(1base; HC; veteran; irregular; Lancia\scudo)
Guardie del corpo di Zavalesqua
(1base; HC; veteran; irregular; Lancia\scudo)
Cavalieri aragonesi
(4basi; HC; warrior; irregular; Lancia\scudo)
Fanti spagnoli
(8basi; LAI; warrior; irregular; Ascia\scudo)
Arcieri baschi
(10basi; SI; warrior; irregular; Arco)

Gran Visir Valtar ‘al Brugezif
(1base; HI; veteran; irregular; Ascia\scudo)
Guardie del corpo del Visir
(1base; HI; veteran; irregular; Ascia\scudo)
Pirati saraceni
(8basi; UI; warrior; irregular; Spear\scudo)
Arcieri saraceni
(6basi; UI; warrior; irregular; Arco\scudo)

 


Pontifici

Vescovo Luchino de Massamutis
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Guardie del corpo del Vescovo

(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Cavalieri nobili

(4basi; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Sergenti a cavallo

(4basi; HC; warrior; trained; Lancia\scudo)
Fanteria pontificia
(8basi; LAI; warrior; trained; Spear\scudo)
Balestrieri veneziani

(4basi; LAI; warrior; trained; Balestra\scudo)

Tommasino da Morlupo
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Guardie del corpo
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Cavalieri feudali
(4basi; HC; warrior; irregular; Lancia\scudo)
Leve contadine
(12basi; UI; poor; irregular; Varie\scudo)
Balestrieri schermagliatori
(6basi; SI; warrior; irregular; Balestra)

Principe Dariul Olves
(1base; FMC; veteran; irregular; Lancia\scudo)
Guardie del corpo
(1base; FMC; veteran; irregular; Lancia\scudo)
Boiari
(4basi; HC; veteran; irregular; Lancia\scudo)
Cavalleria Viteji
(6basi; SC; warrior; irregular; Arco)
Briganti e mercenari Rumeni
(8basi; UI; warrior; irregular; Ascia\scudo)

Corradino da Tagliacozzo
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Guardie del corpo
(1base; FMC; veteran; trained; Lancia\scudo)
Fanti marchigiani
(6basi; LAI; warrior; trained; Varie\scudo)
Montanari abruzzesi
(8basi; SI; warrior; irregular; Arco)

 

Legenda: Tra parentesi e nell'ordine: nr. di basette che compongono la battaglia; tipo di unità; esperienza di guerra; addestramento; armamento principale


Data realizzazione dello scenario: Agosto 2008

Ideatore: Arcangelo Calabrese

Regolamento: Medieval Warfare (Terry Gore)

Scala: 15 mm.

Battle report a cura di: Arcangelo C. (testo), Juan Jose' Z. (grafica)

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